Popillia japonica

Il coleottero giapponese

Lo chiamiamo normalmente scarabeo (o coleottero) giapponese ma il suo nome scientifico è Popilia japonica.

La Popilia japonica predilige la vite ma attacca oltre 300 diverse specie tra piante da frutta, ortive e ornamentali.

Possiamo trovarlo sull’acero, il gicine, il melo, il pruno, la rosa, il tiglio, il mais, ma non disdegna la fragola, il pomodoro, il peperone, il pisello, l’ortensia o l’ibisco. Alcune grandi piante possono subirne l’attacco: tra queste il pioppo, la quercia, il salice, la betulla, il castagno.

Come riconoscerlo

La Popilia japonica può essere a prima vista confusa con altri coleotteri normalmente presenti nel nostro territorio, ma innocui. Ha forma ovale, lungo da 8 a 11 mm e largo da 5 a 7 mm, con una colorazione brillante verde metallico con le elitre bronzee. Segno caratteristico distintivo è la presenza di cinque macchie di peli bianchi su ogni lato dell’addome e due ulteriori ciuffi nella parte posteriore. Non è un animale solitario, ma vive in folti grupi che attaccano le piante a partire dalle foglie più in alto per poi spostarsi verso la base. La loro presenza sulle nostre piante è evidenziata dall’aspetto schelettrico delle foglie, dal momento che la Popillia japonica si ciba del tessuto fogliare presente tra le nervature.

Dannose anche le larve

Sia gli adulti, sia le larve del coleottero giapponese causano danni alle piante, anche se agiscono in modo differente. Gli adulti si nutrono delle foglie, dei fiori e dei frutti di un’ampia gamma di specie e sono attivi prevalentemente nelle calde giornate di sole. Va da sé che un singolo individuo, date le scarse necessità alimentari, non produce grandi danni, ma una colonia porta a veloce defoliazione una pianta. Inoltre, la Popillia japonica produce dei ferormoni che fungono da richiamo per altri insetti fitofagi: il risultato perciò è devastante.

Le larve dal canto loro si cibano soprattutto delle radichette delle piante erbose che, non essendo più in grado di assorbire l’acqua e i nutrimenti, sono destinate a morire in breve tempo. I prati, dove queste larve trovano il loro habitat ideale, vengono rapidamente distrutti.

Il ciclo vitale

Gli adulti compaiono tra maggio e giugno, prima dove il clima è più caldo, dopo dove la temperatura è più fresca. Dopo l’accoppiamento la femmina scava nel terreno e deposita a 5-10 cm di profondità da 1 a 3 uova. La femmina si accoppia per più di 15 volte nel corso della stagione, arrivando a depositare dunque da 40 a 60 uova.

Queste si schiudono dopo quindici giorni e per 2-3 settimane le larve si cibano delle radichette che trovano nelle immediate vicinanze. Fanno quindi una prima muta e per altre 3-4 settimane continuano a nutrirsi. Fanno una seconda muta giungendo al terzo stadio alla fine dell’estate, quando il clima comincia a rinfrescarsi.

Quando la temperatura giunge a 10°C le larve interrompono l’attività e si preparano a svernare a 5-15 cm sotto il suolo. Con l’inizio della primavera le larve ricominciano a mangiare le radici e dopo 4-6 settimane si trasformano in pupe. Il processo dura da una a tre settimane e porta l’animale allo stadio adulto.

Nel giro di un anno la Popilia japonica aumenta il proprio numero di trenta volte.

Come difendersi

Essendo un insetto “di importazione” non esistono in Italia antagonisti validi. La lotta biologica è quindi per il momento impraticabile. Possiamo, per ridurne la popolazione raccogliere gli insetti al mattino presto, quando appaiono intorpiditi e quindi poco attivi, e gettarli in un secchio con acqua saponata. Ovviamente è una strada praticabile se le piante sono basse e l’infestazione limitata. 

Contro le larve risulta valido l’impiego del bacillus thuringiensis var. japonensis con cui irrorare il terreno in cui vivono e si sviluppano le larve. Anche l’uso di un geoinsetticida in autunno può contrastare efficacemente lo svilupo delle larve che svernano nel terreno.

Contro gli individui adulti gli insetticidi convenzionali risultano di scarsa efficacia.

L’unico insetticida attestato contro la Popillia japonica è il Bayer Decis Evo venduto in confezioni da 250 ml (ca 16 euro). Va diluito in ragione di 5 ml ogni 10 litri di acqua e distribuito con una pompa o irroratore sull’intero fogliame fino al punto di gocciolamento. Il trattamento va effettuato in assenza di vento e di sole incidente: meglio intervenire nelle ore serali e dotarsi sempre di mascherina.

Il trattamento va ripetuto dopo 8-10 giorni e non può essere comunque fatto per più di tre volte consecutive.

Altica

L' Altica

Phyllotreta nemorum

Sintomi

Erosioni irregolari e tondeggianti delle foglie in modo diffuso su tutte le parti più giovani della pianta. Se questa è nei suoi stadi giovanili, può soccombere all’attacco. In numero limitato questo parassita fa danni trascurabili, ma in caso di presenza massiccia può rovinare l’intero raccolto.

Descrizione

Chiamata anche Pulce degli orti, è grande non più di 3-4 mm con un corpo completamente nero su cui spiccano due strisce longitudinali gialle. Sverna nel terreno alla base delle piante e a primavera inizia a cibarsi della pianta che l’ha ospitata. Depone le sue uova nel terreno dove si schiudono. Le larve che ne escono sono inoffensive ed escono dal terreno quando sono ormai adulte, pronte a cibarsi delle foglie più giovani e tenere. È attirato in modo particolare dalle Crucifere (cavoli, rucola).

Rimedi

Si può prevenire il problema pacciamando il terreno con teli di lino o di plastica che impediscono al parassita di emergere. Un ottimo rimedio Bio, sia preventivo sia in caso di attacco, consiste nell’irrorare le piante con macerato di ortica, un forte repellente naturale e anche un ottimo concime fogliare.

Prodotti utili

  • Cifo Cifotris Bio
  • Flortis Ortica, estratto naturale concentrato
  • Naturen Purin d0orties
  • Zapi Ortica Bio Plus

Afide delle cucurbitacee

Afide delle cucurbitacee

Aphis gossypii

Sintomi

Le foglie ingialliscono e seccano; anche fiori e frutti presentano anomalie disseccandosi o con macchie che tendono ad estendersi. Le piante colpite rallentano lo sviluppo e si ricoprono di una melata che attira le formiche e contribuisce all’instaurarsi di funghi come la fusaggine.
Può colpire tutte le cucurbitacee, ma anche il pomodoro, il peperone, la patata e piante ornamentali come l’ibisco e la catalpa.

Descrizione

Le forme giovanili sono quasi sempre di colore giallastro e vivono nella pagina inferiore delle foglie. Sverna come uovo alla base del terreno per schiudersi a primavera e formare ampie colonie. La sua presenza facilita la diffusione di altre malattie come il Mosaico del cetriolo o altre virosi ai danni di patata e cipolla.

Rimedi

Raramente si assiste, in un orto domestico, a una diffusione tale da compromettere il raccolto. È bene quindi allontanarli con un getto d’acqua e mettere in preventivo lo spostamento della coltura in una proda distante l’anno successivo per evitare che le uova nel terreno trovino le piante di cui nutrirsi.
In natura questo parassita ha molti insetti antagonisti che ne limitano la diffusione.

Il rimedio BIO prevede l’utilizzo del macerato di pomodoro, sia a scopo preventivo, sia per allontanarli.

Cocciniglia

La cocciniglia

Previous slide
Next slide

Sintomi

Trattandosi di un parassita che succhia la linfa della pianta, un generale indebolimento è il risultato della sua presenza che può presentarsi in diversi modi, sempre visibili. Le parti maggiormente soggette all’attacco sono i germogli e le parti più “tenere” della pianta. Ne vanno soggette le piante ornamentali, quelle grasse, la vite e gli agrumi.

Descrizione

Sono alcune decine i parassiti che vanno sotto il nome di cocciniglia. Le specie più diffuse si possono presentare come un piccolo scudetto rigido di colore marrone, facilmente confondibile con un nodo del fusto.
Oppure è molto visibile perché di colore bianco come contornata da fiocchi (cocciniglia fioccosa); o, ancora, con una scia biancastra polverulenta (cocciniglia farinosa).

Tendono a formare colonie anche vaste facendo deperire velocemente il fusto che le ospita. Favorisce inoltre lo sviluppo di fusaggini.

Dal corpo delle femmine si estrae un colorante alimentare, il rosso carminio.

Rimedi

Sono solidamente attaccate alla pianta da cui succhiano la linfa e la loro rimozione è normalmente possibile usando un cotton fioc imbevuto di alcol . Questo sistema ha senso se sono poche, ma in caso di infestazione, è necessario impiegare insetticidi specifici che, a base oleosa, operano anche per soffocamento.  

La lotta biologica è possibile mediante una particolare coccinella, la Cryptolaemus montrouzieri, che si ciba proprio di cocciniglie.

Prodotti utili

  • Cifo Insetticida Anticocciniglia
  • Compo Axiendo Pronto Uso PFnPE
  • Compo Anticocciniglia RTU Oleosan PFnPO
  • Compo Fazilo Pronto Uso PFnPO
  • Compo BIO Colza Pronto Uso PFnPO
  • Fito Biofito Cocciniglia Stop
  • Flortis Insetticida Pronto Uso Oleosan
  • Naturen Sapone molle
  • Protect Garden Sanium AL
  • Vithal Sapone molle Super K Plus
  • Zapi Insetticida universale
  • Zapi Insetticida Anticocciniglia
  • Zapi Olio minerale Anticocciniglia
  • Zapi Sapone molle concentrato Bio
  • Zapi Sapone molle Bio pronto uso

Piralide del bosso

La piralide del bosso

Il suo nome è Cydalima perspectalis o più comunemente “Piralide del bosso”, la farfalla responsabile di pesanti defogliazioni a carico delle piante appartenenti al genere Buxus.

Arriva probvabilmente dalla Cina ed è stata individuata per la prima volta in Germania nel 2007, giunta insieme a derrate alimentari e poi diffusasi in tutto il vecchio continente.

Le larve di C. perspectalis si nutrono principalmente a spese di alcune varietà di bosso come ad esempio Buxus microphylla, B. microphylla var. insularis, B. sempervirens e B. sinica.

Le uova, difficili da individuare per un occhio inesperto, sono deposte a gruppi sulla pagina inferiore delle foglie. Da queste sgusciano larve che cominciano a svilupparsi a spese delle foglie nutrendosi della pagina inferiore e lasciando intatte solo l’epidermide superiore e le nervature.

Questo fa sì che le foglie a seguito dell’attacco diventino opache e traslucide. Le larve, crescendo, divorano l’intero lembo fogliare, producendo un disordinato intreccio di fili sericei che avvolge la vegetazione colpita e che accumula i residui dell’attività trofica.

Le larve raggiungono i 4 centimetri di lunghezza e sono caratterizzate da un capo nerastro e un corpo di colore giallo-verde con caratteristiche bande pigmentate lungo i bordi. Gli adulti sono invece delle farfalle con un’apertura alare di circa 4 centimetri.

La colorazione delle ali è bianca con marcate bande di colore brunastro dai riflessi metallici lungo tutto il bordo delle stesse. Lo svernamento avviene sotto forma larvale, all’interno della vegetazione, tra le foglie ripiegate e avvolte in fili di seta. In primavera le larve completano lo sviluppo e danno il via alla prima generazione di adulti.

Questo parassita compie due o tre generazioni all’anno. Gli adulti sono ottimi volatori e sono in grado di diffondersi attivamente. La movimentazione involontaria di materiale infestato (piante o rami) rimane comunque la causa principale di spostamento della specie su lunghe distanze.

Le larve sono estremamente voraci e in pochi giorni sono in grado di divorare intere piante di bosso che risultano quindi deturpate dalla repentina perdita della vegetazione. Tanto più l’attacco è intenso, tanto più le piante mostrano sintomi di seccume generalizzato che può portare alla morte delle stesse.

Per questo motivo il monitoraggio costante risulta importantissimo nella prevenzione e precoce individuazione dei primi focolai di infestazione. Ciò al fine di intervenire per preservare le piante.

Fortunatamente questi insetti si debellano facilmente con l’impiego di adeguati prodotti fitosanitari, tanto più efficaci quanto più le larve si trovano all’inizio del loro sviluppo.

È possibile ricorrere al classico controllo chimico, impiegando prodotti di contatto con limitata residualità quali ad esempio i piretroidi: deltametrina o cipermetrina ( come Vithal Piralide del bosso Polysect WG).

Molto efficace risulta anche il controllo biologico mediante l’impiego di microrganismi entomopatogeni: il Bacillus turingensis var. kurstaki, un batterio sporigeno che vive normalmente nel terreno. Questo microrganismo quando viene distribuito sulla vegetazione è assimilato dalle larve della piralide durante l’attività trofica. All’interno dell’apparato digerente di queste ultime, libera una tossina che in breve tempo determina la morte degli insetti.

Cidia

La cidia

Cydia molesta

Specie colpite: 

pesco, ciliegio, albicocco, mandorlo 

Sintomi



Le larve penetrano nei frutti e si dirigono verso i semi di cui si nutrono. Ogni frutto ospita una sola larva. La sua presenza è segnalata anche dalla fuoriuscita di rosura dal foro di ingresso della larva. I danni sono gravi: i frutticini infestati finiscono col cadere, quelli prossimi alla maturazione cadono precocemente.



Descrizione



Insetto che sverna come larva matura e che attacca principalmente il pesco e, secondariamente, altre drupacee (mandorlo, ciliegio, albicocco). Nelle regioni meridionali compie 3 generazioni all’anno:
– I generazione fine aprile seconda metà di maggio fino alla prima quindicina di giugno;
– II generazione a luglio;
– III generazione ad agosto.



Rimedi



Soppressione dei rami infestati, lavorazione del terreno a fine inverno per eliminare le larve svernanti e la pulizia della casetta degli attrezzi dove possono svernare.

Nottua del carciofo

La nottua del carciofo

Gortyna xanthenes

Specie colpite: carciofo



Sintomi



Foglie erose in primavera; i danni si estendono anche ai fusti e infine ai capolini.



Descrizione



Si presenta, da adulto, come una farfalla di 4-5 cm di larghezza alare, di colore nocciola con striature brune. Le sue larve sono di colore giallo punteggiate di nero. Le uova si schiudono in inverno e le giovani larve attaccano per prime le nervature delle foglie, quindi il fusto e infine i capolini.

Rimedi



Per evitarne i danni si ricorre alla coltivazione di varietà precoci che possano essere raccolte prima che la larva giunga a rodere i capolini. Le piante colpite vanno poi distrutte.

Prodotti utili

  • Compo Axiendo Pronto Uso PFnPE
  • Vithal Protezione totale
  • Zapi Insetticida universale
  • Zapi Inseticida Neem Lepidotteri
  • Zapi Insetticida Multinsetto Pronto Uso

Depressaria

La depressaria

Depressaria erinaceella

Specie colpite: carciofo



Sintomi



Il deperimento della pianta è l’unico sintomo visibile, perché le larve si nutrono dell’interno del fusto.



Descrizione



L’adulto è una farfallina di 20-25 mm di colore bruno. Le sue larve sono di colore rossastro da giovani e verdi-giallastre da adulte. Le larve rodono le foglie, i fusti e i capolini dall’interno, scavano gallerie nel fusto dove diventano poi crisalidi.

Rimedi



Difficile da individuare e combattere.

Mosca dell’asparago

La mosca dell'asparago

Platyparea poeciloptera

Specie colpite: asparago



Sintomi



I turioni infestati interrompono lo sviluppo, si deformano e si rinsecchiscono.



Descrizione



È un dittero presente alla fine di aprile fino a giugno, che depone le uova tra i tessuti alla base delle squame dei turioni. Le larve che nascono scavano gallerie nel fusto finché, sufficientemente grandi, non si trasformano in pupe. Svernano all’interno del fusto e sfarfallano all’inizio della primavera successiva.

Rimedi



Contro di essa si può intervenire solo nei primissimi stadi con prodotti chimici dedicati a base di Spinosad.

Mosca dell’aglio

La mosca dell'aglio

Suillia lurida / Suillia univittata

Specie colpite: >aglio, tartufo bianco



Sintomi



Le larve erodono la parte interna delle foglie delle piante più giovani; le foglie colpite ingialliscono e marciscono. Anche se la pianta emette un nuovo germoglio, il bulbo è compromesso.



Descrizione



È un dittero di 7-8 mm di lunghezza, di colore grigio ferruginoso con bordi che virano verso il giallo-rossastro. Compie due generazioni l’anno, di cui la prima alla fine dell’inverno-inizio di primavera, proprio a spese dell’aglio. Le sue larve, lunghe 7-9 mm, di colore bianco, compiono erosioni sulle foglie che ingialliscono e muoiono. 



Rimedi



Effettuare le rotazioni e utilizzare, in caso di attacco trappole contro gli adulti svenranti.