Coltiviamo un pomodoro in vaso

Coltivare un pomodoro in vaso

È possibile coltivare un pomodoro anche in vaso. Non importa la varietà: può esser un Cuore di bue o un ciliegino, un San Marzano o un insalata. L’importante è avere il sole per qualche ora al giorno e disporre di buon terriccio.

Di cosa abbiamo bisogno

Possiamo ottenere le piantine della varietà che preferiamo per seme oppure acquistarle in vivaio. Nel primo caso seminiamo a marzo-aprile (nel Nord Italia, dipende dal clima), mentre nel secondo caso ci basterà avere delle piantine già formate (alte 15-20 cm) dalla fine di aprile o ai primi di maggio.

Il pomodoro ha bisogno di una temperatura minima di 16°C per svilupparsi. Su questa base scegliamo il momento più opportuno secondo il clima della nostra regione.

Avremo bisogno anche di un buon terriccio di tipo universale. Possiamo usare anche quello rubato dall’orto di un amico, ma rischiamo di mettere in vaso anche eventuali larve o parassiti che nell’orto troverebbero dei possibili antagonisti, ma in vaso finirebbero col nutrirsi esclusivamente delle nostre piante.

Scegliamo un vaso adatto: l’ideale è un contenitore d 20 cm di diametro, alto altrettanto. Se vogliamo coltivare più piante, mettiamole ad almeno 30 cm una dall’altra.

Le esigenze

Il pomodoro ha bisogno di sole per almeno qualche ora al giorno e irrigazioni regolari. In vaso possiamo prevedere mezzo bicchiere di acqua al giorno inizialmente; poi, quando la pianta si è sviluppata ed inizia a mettere i fiori, sarà necessario non meno di un bicchiere al giorno. 

La regolarità con cui forniamo l’acqua è importante: la pianta affloscia immediatamente le foglie se il terreno non è sufficientemente umido. Con la stessa velocità si riprende, ma è meglio sempre evitare che questo accada, soprattutto da quando appaiono i primi frutti.

Dopo circa un mese dal trapianto appaiono i fiori disposti su più livelli: si parla di primo palco, secondo palco, terzo palco.

Dipende dalle api e gli altri insetti impollinatori trasformare questi fiori i bacche. Se il nostro terrazzo è ricco di fiori di qualsiasi genere, le api lo frequenteranno facilmente.

Durante la crescita, molto rapida, leghiamo le piante a un sostegno. Nel farlo, non stringiamo il fusto, ma lasciamolo libero di muoversi. Eliminiamo anche i germogli che si creano all’ascella dei rami: si chiamano femminelle e vanno staccati con le mani perché sottraggono linfa ai rami principali senza produrre null’altro che foglie.

Da quando appaiono i frutti, controlliamo tutti i giorni, al mattino e alla sera, le condizioni del terreno. Se dopo un periodo di siccità forniamo acqua, la pianta si riprende ma i frutti facilmente si spaccheranno.

Rinvasare le piante verdi

Rinvasiamo le piante verdi

Qualche settimana prima della primavera e del risveglio vegetativo è bene intervenire per dare una corretta collocazione alle nostre piante di casa. Il rinvaso si rende necessario perché il vaso utilizzato è ormai piccolo e per sostituire il terreno con un substrato più ricco.

Non tutte le piante vanno rinvasate: dipende tutto dalla loro velocità di crescita. Se abbiamo acquistato una pianta lo scorso anno e nel frattempo è cresciuta vistosamente, aumentando di almeno il 50% la sua massa fogliare, dovremo trovarle un contenitore più grande. Se lo sviluppo si è limitato alla produzione di una o due foglie (come nel caso di alcune palme), possiamo rimandare tranquillamente il rinvaso al prossimo anno. Il rinvaso, in linea di principio, si rende necessario quando le radici hanno occupato tutto lo spazio utile, quando cominciano a spuntare dal foro di drenaggio, quando, estraendo la pianta dal vaso, vediamo le radici lungo il bordo del pane di terra.

1 - Il drenaggio
Versiamo sul fondo uno o due centimetri di argilla espansa o ghiaia per garantire il drenaggio.
2 - Il terriccio
Mettiamo un po' di terra per piante verdi sul fondo, quanto basta a mantenere la pianta alla giusta altezza.
3 - Estraiamo la pianta
Togliamo la pianta dal vecchio contenitore, afferrandola per il colletto. Premiamo sui bordi del vaso per facilitare l'estrazione.
4 - Riempimento
Mettiamo la pianta alla giusta altezza e riempiamo i bordi con nuovo terriccio facendolo scivolare da tutti i lati.
5 - Assestamento
Premiamo il terreno con le dita man mano che lo inseriamo per evitare sacche d'aria. Annaffiamo ed eventualmente aggiungiamo altro terriccio.
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La scelta del vaso

Il nuovo vaso deve essere appena più grande del precedente. Un contenitore troppo grande induce un maggiore sviluppo delle radici, mentre a noi interessa che ai fini estetici aumenti la massa fogliare.

Possiamo impiegare indifferentemente vasi di plastica o di coccio o di qualsiasi altro materiale purché dotato di un foro di drenaggio. Se usiamo un vaso di terracotta, usiamo l’accortezza di lasciarlo a bagno dalla notte precedente perché si inumidisca bene. Diversamente il vaso tenderà ad assorbire l’acqua a scapito della pianta che contiene.

Se la pianta che intendiamo rinvasare si sviluppa in alto o mostra di essere un po’ instabile, appesantiamo il nuovo vaso che utilizziamo con una pietra sul fondo.

La scelta del terriccio

Il problema delle piante in vaso sta nella qualità del terriccio più che nella quantità. Il terriccio del vaso si depaupera velocemente a causa delle annaffiature. L’acqua con cui bagniamo la pianta tende a dilavare il terreno trascinando verso il fondo i sali minerali preziosi per lo sviluppo sano della pianta. Il ricambio di queste sostanze è possibile solo attraverso l’apporto regolare di fertilizzanti appropriati. Un terriccio di qualità, fertile e capace di trattenere la giusta umidità, sia pure in misura ridotta, è meglio di una terra abbondante ma povera e sterile. Scegliamo perciò il terriccio senza lesinare, affidandoci a marchi noti (Compo, Vigorplant, Tercomposti) evitando prodotti tanto economici quanto poveri di torba e sostanze utili.

Evitiamo di usare la terra prelevata dall’orto o dal giardino: per quanto fertile, potremmo prelevare anche larve o uova di parassiti, cosa evidentemente da evitare.

Come procedere

Si inizia preparando il nuovo vaso, mettendo alla base uno o due dita di argilla espansa o ghiaia per assicurare un corretto drenaggio ( idealmente lo strato di drenaggio deve essere più alto del sottovaso). Questa fase può essere evitata se il vaso è piccolo (non più alto di 13 cm) e si intende normalmente bagnare versando acqua nel sottovaso. Ci si predispone quindi con il vaso e il terriccio e si procede al rinvaso. Per questo, la cosa migliore è mettere la mano alla base della pianta in modo che tra le dita via sia il fusto e si rovescia la pianta. Premendo lungo i bordi del vecchio vaso la pianta si staccherà facilmente e sarà possibile così trasferirla nel nuovo contenitore. Se le radici sono arrotolate lungo i bordi, è bene con le dita smuoverle per liberarle; togliamo anche con le dita un po’ del terreno posto sul fondo del pane di terra: questo faciliterà l’espansione delle radici. Mettiamo quindi la pianta nel nuovo vaso in modo che il colletto della pianta (quello che abbiamo tra le dita) sia al giusto livello. Riempiamo lo spazio tra il pane di terra e il bordo del vaso con terriccio nuovo, premiamo un poco per evitare sacche d’aria e bagniamo abbondantemente, meglio se per immersione.

Se il vaso è grande

Se la pianta è grande e il vaso non è sostituibile, è utile comunque intervenire per dare una marcia in più alla pianta. Usando un cucchiaio di legno togliamo quanta più terra possibile dalla superficie. Il cucchiaio di legno è fondamentae per evitare di rovinare le radici sottostanti. Riempiamo quindi il vaso con nuovo terriccio di qualità, magari addizionato con un concime granulare e annaffiamo molto bene. La pianta ne avrà un sicuro giovamento.

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Il giardino di Bama: il calice Alba

Sfruttare al meglio un vaso dalla forma insolita permette di valorizzare le piante che contiene e consente talvolta di realizzare delle micro-aiuole utili per decorare un angolo della casa o il terrazzo. Possiamo acquistare delle composizioni già pronte, oppure abbinare delle piante di basso costo secondo il nostro gusto personale.

In questa rubrica cerchiamo di farlo associando le piante che troviamo facilmente in qualsiasi garden center e cercando sempre di spendere il minimo: se le piante si troveranno bene, cresceranno in breve tempo regalandoci tanta soddisfazione.

In questa composizione abbiamo utilizzato il calice Alba di Bama. Realizzato in resina riciclabile, è un vaso robusto e resistente ai raggi solari (non scolorisce). È disponibile in tre misure con diametro di 25, 33 e 43 cm, e tre colori, bianco, grigio e terracotta.

Il calice di colore bianco si presta ad accogliere piante colorate, o capaci di vistose fioriture, oppure, se impiegato in interno, con foglie variegate, possibilmente arcuate verso l’esterno. È il caso della dracena (Dracena fragrans) una pianta che presenta delle belle foglie ornate di bianco. Questa pianta è nota come “tronchetto della felicità”. Da giovane si presenta con foglie che partono dal terreno, come illustrato nel filmato, mentre con l’età sviluppa un tronco eretto e concentra le sue foglie su ciuffi apicali. È una specie che ha bisogno veramente di poco per crescere: un po’ di luce (niente sole però che brucia le foglie) e acqua appena quanto basta a mantenere un poco umido il terreno. Evitiamo di bagnarla troppo o provocheremo dei marciumi radicali deleteri: annaffiamola quando ci ricordiamo saggiando il peso del vaso per capire se il terreno al suo interno è umido o asciutto. Vale la pena bagnarla per immersione, mediamente una volta al mese nella bella stagione.

Data l’esuberanza di questa pianta, abbiamo preferito lasciarla da sola nel calice Alba bianco: è più che sufficiente per decorare un angolo della casa.

La versione color terracotta prevede invece come protagonista una felce molto comune, la Nephrolepis exaltata, comunemente chiamata Felce di Boston. È una pianta che cresce benissimo in appartamento, ma che può essere utilizzata anche in esterno purché vi siano le condizioni utili. Non vuole il sole e cresce bene in una posizione ombreggiata con un buon livello di umidità.   Coltivata in vaso, è bene assicurarle tutta l’umidità di cui necessita nebulizzandone spesso le foglie, in estate per far fronte alla temperatura, in inverno per contrastare la secchezza dell’aria prodotta dal riscaldamento.

Vicino alla felce come elemento di contrasto, una pianta di coleus (Coleus blumei) scelto tra le varietà più chiare. Ha foglie larghe, variamente disegnate, completamente diverse da quelle della felce e per questo ancora più visibili.

Il coleus ama la luce, ma non sopporta il sole; per questo va messo in primo piano davanti alla felce in base all’origine della luce. Le sue foglie possono assumere colorazioni sempre diverse: preferisce un terreno sempre umido e convive bene con la felce.

Come elemento di spicco tra due piante a sviluppo basso, ecco un anturio (Anthurium andraeanum), messo sul fondo. La sua brattea rossa e i suoi steli sottili sottolineeranno ancor di più il portamento delle prime due piante regalando, in più, una nota di colore. Pianta molto resistente l’anturio, che richiede solo un po’ di luce indiretta (niente sole) e un terreno umido.

L’intera composizione può essere supportata con un terriccio per piante verdi (o universale) di qualità e un concime liquido per piante verdi da aprile a settembre, ogni due settimane.

Può restare in esterno fino alla fine di settembre per trovare posto poi in casa, anche in un ambiente fresco, non riscaldato.

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Bama: fioriera Rondine

Il giardino di Bama: la fioriera Rondine

Nella rubrica “Il giardino di Bama” cerchiamo di proporre alcune composizioni con cui sfruttare i vasi di impiego più comune nel tentativo di realizzare dei giardini fioriti in miniatura spendendo poco.

Oggi è la volta della fioriera Rondine, un vaso da appendere alla ringhiera o a un parapetto. Per adattarsi a qualsiasi spessore, si avvale di due braccetti regolabili che in tutta sicurezza permettono di appenderlo a una semplice ringhiera spessa 3 cm, fino un muretto di 11 cm di spessore. Un sostegno posteriore, regolabile anch’esso, mantiene il vaso perfettamente diritto. La costruzione in resine atossiche e riciclabili, trattate contro i raggi UV, assicura la tenuta nel tempo di questa fioriera che non si scolora e che è garantita per tre anni. Tre sono le misure a cui viene proposta: 50, 60 e 80 cm, tutte larghe 20 e profonde 18,5. Tre anche i colori: bianco, grigio e terracotta.

La fioriera Rondine ha anche un ulteriore plus: dispone di riserva d’acqua e si presta dunque alla coltivazione di qualsiasi pianta verde e da fiore riducendo la frequenza delle annaffiature.

La prima pianta che trova posto in questa composizione è un comune geranio (Pelargonium zonale), scelto con fiori rosa e posizionato su un lato. I gerani, si sa, amano il sole, ma possono crescere molto bene anche con alcune ore di sole diretto al giorno. In questo caso sviluppano generalmente foglie più grandi e di colore più scuro, senza per questo limitare la fioritura che proseguirà comunque fino a ottobre.

Al centro della fioriera viene posta una pianta di rosmarino (Rosmarinum officinale) il cui sviluppo è tipicamente verticale: la profondità della fioriera ne permetterà una facile crescita. Il suo colore è perfetto per fare da divisore tra due piante da fiore dal colore simile, ma non uguale.

La terza pianta è una cineraria (Cineraria cruenta) una pianta dalle generose e prolungate fioriture, scelta nelle tinte del rosa. È una pianta che cresce bene in un ambiente luminoso, non necessariamente colpito dal sole. Si avvantaggerà in questa composizione dell’ombra prodotta dal rosmarino, creando una bella massa compatta di fiori per i prossimi mesi.

La composizione è adatta a un balcone luminoso, colpito dal sole diretto poche ore al giorno, magari al mattino. Un terriccio universale, arricchito con dello stallatico o composta o un concime granulare a lenta cessione, crea le condizioni ideali per lo sviluppo delle tre piante a cui sarà necessario solo fornire l’acqua una volta alla settimana (due durante le settimane più calde) perché si sviluppino con nostra grande soddisfazione.

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Bama_vaso Piramide

Il giardino di Bama: il vaso Piramide

La semplice composizione che  affrontiamo oggi si avvale di un vaso importante come il Piramide, un contenitore a base quadrata, dotato di sottovaso, con una bocca di 40 cm di lato e un’altezza complessiva di 59 cm.

Un vaso di questa capacità permette di coltivare praticamente di tutto, dalla rosa (arbustiva o rampicante) al finto gelsomino, dalla plumeria alla buganvillea, dal limone all’ortensia. Può trovare facilmente posto  in terrazzo come pure in giardino, all’ingresso della casa o per contornare una scala di accesso. 

Disponibile in tre colori, bianco, terracotta e grigio, il vaso Piramide è realizzato con resine completamente riciclabili e trattate contro i raggi UV in modo da mantenere inalterato il colore negli anni.

La composizione prevede l’impiego di una pianta di Dipladenia (Dipladenia splendens) una pianta generosa, nota anche come Mandevilla, ideale per decorare i vasi sui terrazzi al posto dei soliti gerani o petunie. Il suo portamento può essere rampicante o ricadente: ama la luce, ma soffre per il sole nelle ore più calde del giorno. Ideale è che disponga del sole diretto per le prime ore del mattino. Fiorisce dalla primavera inoltrata fino a tutto settembre, allungando i suoi fusti e producendo ininterrottamente fiori rossi o rosati, grandi e vistosi.

In questa composizione la dipladenia viene usata come rampicante e si sfruttano le canne con cui è sostenuta all’acquisto, per formare un semplice traliccio a cui legarla.

In primo piano, anche per coprire la base normalmente spoglia della dipladenia, trova posto un piccolo cespuglio di margherite bianche (Leucanthemum maximum), una pianta di facile coltivazione che ha bisogno solo di un terreno fertile e normalmente umido per produrre fiori in modo continuo fino ai primi freddi. Ama la luce, anche quella diretta del sole, ma la posizione un po’ riparata facilita la crescita di foglie più grandi: queste sono di colore grigio verde, molto frastagliate, totalmente diverse da quelle della dipladenia che invece sono di forma ovale regolare, e di un verde scuro brillante.

Terza pianta della composizione, sempre davanti, vicino alla margherita e come elemento di rottura, una Heuchera sanguinea, un’erbacea caratterizzata da foglie rosso sangue, molto belle. È una specie che ama la luce, ma non il sole diretto. In maggio, coi primi caldi, tende anche a fiorire: si tratta di infiorescenze a spiga con piccoli fiori bianchi, portate su alti steli. Non sono l’elemento più bello della pianta e possiamo anche rinunciarvi volentieri, anche perché sottraggono energie alla pianta, la cui bellezza è tutta nel fogliame.

Utile è preparare il terreno, di tipo universale, arricchendolo con del letame pellettato (due-tre manciate) e non far mai mancare l’acqua alle piante, attendendo sempre però che la superficie del terreno appaia asciutta prima di annaffiare. Importante inoltre è fornire alle piante, ogni due settimane, un concime liquido per piante da fiore, scelto tra quelli più ricchi di microelementi.

Bama_doppia Klunia

Il giardino di Bama - la fioriera doppia Klunia

In questa rubrica cerchiamo di fornire delle idee su come rallegrare la casa o il terrazzo con piccole composizioni fatte in vasi un po’ particolari. È il caso della fioriera doppia Klunia di Bama, un vaso da appendere a cavallo di una ringhiera, di un parapetto, di un muretto e che regala l’opportunità di avere fiori che guardano all’esterno e all’interno.

Dotata di un sistema di regolazione della distanza tra le due vasche tra 3 e 13 cm, garantisce la massima stabilità e sicurezza.

È disponibile in due misure e tre colori: da 40 e da 50 cm con capacità rispettivamente di 14 e 20 litri, nei colori panna, terracotta e verde.

Ogni vasca dispone inoltre di riserva d’acqua che assicura, con il minimo impegno, un terriccio sempre umido e le migliori condizioni di sviluppo per le piante.

Realizzata con resine riciclabili al 100%, si avvale di trattamento antiUV per conservare inalterato  il colore nel tempo.

Per questa composizione si è scelto di privilegiare  per la vasca esterna un geranio parigino (Pelargonium hederifolium) di colore rosso, ricadente, e una lavanda (Lavandula stoechas). 

Si tratta di piante che non richiedono cure particolari, amanti del sole e che trovano nella quantità di terra disponibile la condizione ideale per un rapido sviluppo.

La vasca interna prevede invece due margherite africane (Osteospermum ecklonis) di colore giallo oro.  Si tratta di piante dalla generosa fioritura che producono numerosi fiori dalla primavera fino all’autunno e che, come le prime, amano il sole diretto.

Il diverso portamento delle piante, ricadente il geranio, eretta la lavanda, compatte le margherite, e il contrasto di colore fanno di questa semplice composizione un piacere sia per chi guarda da fuori che dall’interno della casa.

Richiede solo tanto sole e acqua regolare (due volte alla settimana) unitamente a un po’ di concime per piante da fiore ogni due settimane per favorire la fioritura.

Importante sarà, quando possibile, eliminare i fiori appassiti per facilitarne la produzione di nuovi e prolungare la fioritura.

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Il giardino di Bama - il vaso Sfera

Cercando, con questa rubrica, di trasformare un vaso in un piccolo giardino unendo più piante, possibilmente, di basso costo, ci siamo imbattuti nel vaso Sfera di Bama.

Si tratta di un vaso dal sapore rustico moderno, caratterizzato da una finitura simil pietra che lo rende ideale non solo all’esterno, ma anche in ambienti interni. Disponibile nei colori ghiaccio, cappuccino e antracite, ha un diametro di 40 cm e una capacità di ben 23 litri. È dotato di sottovaso con riservì d’acqua e di bocca laterale per l’irrigazione.

Date le sue caratteristiche, a cui si aggiungono il trattamento antiUV (per non scolorire) e l’utilizzo di materie prime completamente riciclabili, si presta ad ospitare piante anche importanti come piccoli arbusti e specie perenni.

Abbiamo perciò provato ad utilizzarlo con una rosa abbinata a una Nemesia Sunsatia. La Rosa non ha bisogno certo di  presentazioni; già in boccio ad aprile, fiorirà continuativamente fino ad ottobre e, ancora, la primavera prossima.

La Nemesia è un’erbacea particolarmente generosa nella fioritura. Capace i adattarsi al sole come alla mezz’ombra, fiorisce in modo ininterrotto dalla primavera all’autunno, riempiendo i suoi fusti di piccoli fiori rosati che ricadono oltre il vaso. Eretta la rosa e ricadente la Nemesia: un accostamento perfetto, ideale per una posizione soleggiata, sia pure per poche ore al giorno.

Una seconda combinazione è data invece dall’accostamento di un’ortensia con un pothos e una Heuchera.

Una piccola pianta di ortensia (Hydrangea macrophilla) con fiori bianchi fa da primo piano. Le sue foglie verde scuro sono risaltate dalla vicinanza del pothos (Pothos aureus) scelto nella varietà “aurea”. Foglie dunque molto chiare, quasi dorate, dello stesso colore delle infiorescenze appena nate dell’ortensia.

In secondo piano c’è invece un’Heuchera sanguinea che, come dice il nome, ha foglie rosso sangue. È una pianta che tende ad alzarsi ed espandersi e che creerà una quinta scura all’ortensia e al pothos. Questa composizione è ideale per una zona luminosa, ma non colpita dal sole. Può vivere bene in un angolo  a mezz’ombra del terrazzo, così come in casa, lontano dalla finestra.

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Il giardino di Bama: la fioriera Iris

In questa rubrica cerchiamo il modo migliore per sfruttare un vaso, valorizzandolo con una composizione, semplice, ma di effetto.

Il vaso di oggi è la fioriera Iris, una cassetta apparentemente comune, ma realizzata in modo particolare. Innanzitutto è molto solida e non “spancia”, ma rimane nella sua forma originaria anche se riempita di terra e piante. Inoltre è costruita con resine completamente riciclabili e trattate contro i raggi UV: questo significa che non si scolora, anche dopo molti anni. Infine, ma non ultimo, è dotata di sottovaso, caratteristica che la rende ideale per il terrazzo, ma anche per la casa. È disponibile nei colori terracotta e verde e nelle lunghezze 40, 50 e 60 cm.

Potremmo usarla per coltivare i soliti gerani o le petunie, ma in questa composizione si è pensato a qualcosa di semplice che potesse funzionare su un terrazzo non colpito dal sole e con piante che possono tranquillamente rallegrare anche la casa.

Le piante scelte infatti vivono benissimo in appartamento e sanno regalare splendide fioriture per gran parte dell’anno.

Protagonista è la Primula obconica, un’erbacea perenne di origine asiatica che ha la caratteristica di fiorire in modo vistoso dall’inizio dell’autunno fino alla fine della primavera. Preferisce il fresco e per questo, con l’arrivo del caldo estivo, interrompe la sua crescita per riprenderla appena la calura passa.

Per questo potrebbe sembrare morta (perde anche le foglie), ma è sufficiente tornare a bagnarla in settembre perché si riempia nuovamente di foglie a cui seguono inevitabilmente anche i fiori.

Abbinata a questo piante generose, un’altra pianta che sembra fatta a posta per chi teme di non avere il pollice verde: la tradescantia.

Questo è il nome scientifico di quella che viene molto spesso chiamata “miseria” per la sua capacità di resistenza e propagazione.

Esiste in molte varietà, tutte caratterizzate da foglie carnose, oblunghe, in parte inguainate con il fusto. Le foglie sono particolarmente belle perché hanno sfumature bianche, rosse o verde chiaro (ma esistono varietà a tinta unita).

La bellezza di questa pianta è che non ha bisogno di quasi nulla per crescere: ama una posizione luminosa ma non il sole diretto, richiede un poco di acqua ma resiste bene alla siccità. Fa anche dei fiori, durante l’estate:  alcune varietà sono state selezionate per fare fiori grandi a tre petali, bianchi, rosa, viola o blu; altre varietà invece hanno fiorellini insignificanti.

In compenso cresce velocemente ricadendo dal vaso e formando una bella massa di fogliame ideale per riempire l’angolo di una stanza o la base di un vaso insieme a piante più grandi.

Cresce benissimo in casa e chiede solo acqua due volte alla settimana.

Insieme alle primule forma un abbinamento ideale, vuoi per le medesime esigenze di luce e acqua, vuoi perché le primule tendono ad alzarsi, mentre la “miseria” tende a ricadere e a riempire ogni spazio libero disponibile sopra il vaso. 

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Il giardino di Bama - la Fioriera Brezza

In questa rubrica si cerca di ribaltare la normale prospettiva, partendo dal vaso invece che dalle piante a disposizione, e cercando di trasformare il contenitore in un piccolo spazio verde con l’abbinamento di due o più piante.

Oggi è il caso della Fioriera Brezza utilizzata per contenere una pianta da fiore e due piante verdi diversissime. La composizione è adatta a una zona luminosa della casa o del terrazzo, non necessariamente colpita dal sole, se non per poche ore giorno.

La Fioriera Brezza utilizzata è un vaso a riserva d’acqua 50×20 cm, perfetta per la coltivazione di qualsiasi pianta. La riserva d’acqua permette di mantenere il terreno umido a lungo, togliendoci lo stress di annaffiare continuamente, specialmente durante le settimane più calde dell’anno. Disponibile nei colori Antracite, Cielo e Ghiaccio, prevede anche la possibilità di inserimento di un’ampolla che mostri il livello di acqua presente alla base del vaso.

La composizione prevede l’utilizzo del modello color Cielo, un colore diverso dal solito, ma che ben si associa con un arredamento moderno, così come con qualsiasi ripiano o supporto in esterno.

Punto focale della composizione è una Nemesia sunsatia, una pianta molto generosa, in grado di fiorire da aprile fino a ottobre, ben ramificata e ricca di fiori raggruppati in mazzetti.  Può rappresentare un’ottima alternativa ai soliti gerani. Ha una crescita veloce, specialmente se abbiamo l’accortezza di fornirle, con regolarità, del concime per piante da fiore.

A fare da spalla, un asparago ( Asparagus spregeri), le cui foglioline sottili e spatolate, fanno da piacevole contrasto con quelle della Nemesia. L’asparago tende ad alzarsi, ma anche ad allargarsi alla base, di modo che, nell’arco di poche settimane, riempie e fa da sfondo all’esuberanza della pianta da fiore in primo piano.

A completamento della composizione, un’altra pianta verde, il Cyperus alternifolius, altrimenti conosciuto come falso papiro. È una pianta che ricorda molto i grossi ciuffi di erba, ma questa, come il papiro, ama l’acqua. Può crescere infatti sui bordi di un laghetto, ma anche in un terreno normalmente umido come quello garantito da un vaso riserva d’acqua.

Il Cyperus è di fatto un giunco e tende perciò ad alzarsi rapidamente formando delle curiose infiorescenze, prima verdi e poi marroni. Potrà essere facilmente trasferita a fine stagione in un vaso a se stante da mettere, come il papiro, in un coprivano sempre pieno di acqua, in casa,  davanti a una finestra.

La composizione è tanto originale quanto bella e, cosa che certamente non dispiace, anche di basso costo.

Prepariamo vasi e cassette

Prepariamo vasi e cassette

Aprile è il mese giusto per dedicarsi al terrazzo e ai davanzali, acquistando nuove annuali da fiore e piantandole in vasi e cassette. È un’operazione quasi rituale a cui dedichiamo normalmente una giornata, tra l’acquisto delle piante e il loro posizionamento.

Non è però fuori luogo vedere quali accorgimenti è bene utilizzare per ottenere il miglior risultato. 

I materiali

Procuriamoci come sempre i vasi necessari, di plastica o di cotto, il terriccio per piante da fiore, l’argilla espansa, un buon concime granulare a lenta cessione o il letame pellettato (a meno che il terriccio che acquistiamo già lo contenga) e gli attrezzi utili (paletta o trapiantatore), forbici, un coltello.

Possiamo scegliere un terriccio universale oppure uno dedicato alle piante da fiore di buona qualità, ma comunque è bene rinnovare completamente la terra dei vasi, gettando quella vecchia su un prato vicino (la terra non va mescolata ai rifiuti umidi, né a quelli indistinti).

Il terriccio in sacco è normalmente composto con torbe di prima qualità che assicurano la sufficiente ritenzione idrica senza impregnarsi. Possiamo usare la terra dell’orto (se l’abbiamo), ma in tal caso è bene mescolarla a un concime granulare o del letame pellettato che lo arricchisca e fornisca alle piante tutto il nutrimento di cui necessitano. 

L’argilla espansa costituisce il miglior materiale drenante che possiamo usare; in alternativa possiamo usare della ghiaia. Farà da fondo a ogni vaso e impedirà che l’acqua ristagni provocando marciumi radicali assolutamente deleteri.

Se abbiamo un impianto di irrigazione, consideriamo che dovremo portare l’acqua ai vari vasi e dovremo farlo quando trapiantiamo le piante; crescendo infatti nasconderanno tubi e irrigatori e otterremo il miglior risultato estetico.

I vasi

Se usiamo i vasi di plastica dello scorso anno, laviamoli accuratamente per togliere ogni traccia di terra. Se i vasi sono di coccio, vale la pena lavarli con una soluzione di acqua e aceto: in questo modo li disinfetteremo e toglieremo lo strato biancastro dai vasi eliminando ogni traccia di sali minerali residui. Mettiamo comunque a bagno i vasi di coccio per qualche ora prima di riempirli di terra o assorbiranno gran parte dell’acqua che vi versiamo. Abbiniamo ad ogni vaso un sottovaso, indispensabile se non vogliamo che l’acqua delle annaffiature finisca sul terrazzo sottostante o per strada.

Nella scelta dei vasi valutiamo anche la possibilità di uniformarne l’estetica e di acquistare nuovi reggi-vasi se quelli dello scorso anno appaiono arrugginiti o in cattivo stato.

Non dimentichiamo il fattore sicurezza: se appendiamo dei vasi all’esterno del balcone, assicuriamoci che siano ben stabili e che il vento o un urto involontario possa farli cadere.

Gli abbinamenti

Possiamo abbinare tra loro le piante come desideriamo purché rispettiamo due parametri fondamentali: l’esposizione e la necessità di acqua. Non mettiamo dunque nello stesso vaso due piante che richiedono un’esposizione diversa, né una pianta che ha bisogno di tanta acqua con una che invece ne vuole poca. Finiremmo per farle soffrire entrambe e rimarremmo delusi dal loro sviluppo.

Quando trapiantare

Evitiamo le ore più calde della giornata: il miglior momento per eseguire i trapianti è nel tardo pomeriggio (se il terrazzo è colpito dal sole), oppure al mattino, se il terrazzo gode solo di poche ore al giorno del sole diretto. Le piante appena trapiantate non devono essere messe subito in pieno sole, ma anzi devono godere di un clima fresco e di terreno umido che faciliti l’attecchimento. Possiamo anche preparare i vasi e lasciarli in una zona in ombra per le prime ventiquattr’ore prima di metterli nella loro posizione definitiva.

Quante piante

Nel valutare quante piante mettere in ogni cassetta consideriamo sempre il maggiore sviluppo della pianta. Inutile pretendere di avere subito un aspetto “pieno” nei vasi; piante troppo vicine sono più soggette alle malattie perché non c’è aerazione tra le foglie e malattie fungine e parassiti sono avvantaggiati. Prendiamo in considerazione il portamento della pianta, se eretto o ricadente. In una cassetta da 50 cm potremo mettere tre piante di petunie (o surfinie che ne sono una varietà) perché si sviluppano soprattutto al di fuori del vaso, ma solo due gerani zonali.

La riserva d’acqua

Il terreno dei vasi, specialmente quelli in pieno sole, si asciuga in fretta e diventa indispensabile allora assicurare una riserva d’acqua che permetta di sopperire all’evaporazione e ci eviti di annaffiare continuamente. La soluzione è scegliere un terriccio ricco di torba, una materia vegetale che assorbe l’acqua e la rilascia quando necessario. In alternativa possiamo pacciamare il terreno, cioè distribuire sulla superficie del terreno un piccolo strato di corteccia (si acquista nei garden center in diverse pezzature – acquistiamo la più piccola da 15-20 mm). La corteccia impedisce al terreno di scaldarsi e all’acqua di evaporare mantenendo le piante fresche.