Prato secco

Perché il prato è secco e non cresce

Il periodo di forte caldo appena trascorso dimostra come spesso il prato del giardino sia secco o comunque molto scarno. E questo a dispetto del fatto di essere regolarmente irrigato.

L’erba si presenta talvolta a chiazze con una disposizione molto irregolare dell’erba verde. Il problema è diffuso e solo raramente si può invidiare l’erba del vicino.

È facile liquidare il problema con la siccità; è certamente poco spiegabile se abbiamo un impianto di irrigazione automatica o ci siamo impegnati ad annaffiarlo con regolarità.

Dipende dalla specie

Il prato, come abbiamo avuto modo di descrivere altrove, è composto di molte specie di erba. Queste si dividono normalmente in microterme e macroterme. Le prime, le microterme, sono piante che crescono rapidamente con temperature tra 15° e 25°. Le seconde, le macroterme, si sviluppano invece con temperature sopra i 25°.

Quando la temperatura supera i 25° le microterme  arrestano lo sviluppo e, nei casi peggiori, tendono a seccare. Le seconde, al contrario, rallentano la loro crescita con temperature inferiori a 25°.

Va da sé che un prato sempre verde possa essere composto solo da un giusto mix di microterme e macroterme, seminate molto fitte e in modo omogeneo.

L’irrigazione, comunque necessaria per non far seccare il terreno e far morire le radici, è ininfluente sulle microterme quando la temperatura, come quest’anno, è tanto elevata.

Una distribuzione non omogenea delle sementi fa sì che vi siano erbe verdi nonostante il caldo ed altre che appaiono secche.

Cosa si può fare adesso? Praticamente nulla. È possibile che le microterme, se le radici non sono morte, tornino a vegetare appena il clima diventa più fresco.

Se questo non dovesse avvenire non resta che prevedere una trasemina alla fine di settembre.

Possiamo intanto bucare il terreno usando l’apposito attrezzo o le scarpe chiodate predisposte allo scopo. In questo modo facilitiamo la penetrazione dell’acqua e l’ossigenazione delle radici.

Altrettanto utile risulta arieggiare il terreno asportando il feltro che vi si è depositato, liberando il suolo da erba morta e sporcizia di ogni genere.

Altezza di taglio

La giusta altezza di taglio

Il prato va tagliato ad altezze diverse secondo le stagioni e il clima; a questo serve la regolazione esistente sul rasaerba. Inoltre vi sono erbe  il cui effetto estetico è migliore quando è molto bassa, altre che offrono un aspetto migliore se sono tagliate più alte.

L’altezza è minima all’inizio della primavera, è massima durante le settimane più calde dell’anno, per poi decrescere e tornare alla minima altezza a settembre e ottobre.

Perché? Perché ad aprile l’erba è al suo massimo vigore e cresce molto in fretta: il clima primaverile a la disponibilità di acqua l’aiutano nella crescita, mentre il sole scalda il terreno creando le condizioni migliori per questo sviluppo. 

Con l’aumento della temperatura l’evaporazione dell’acqua dal terreno cresce notevolmente e aumenta di conseguenza la necessità di disporre di più acqua. Lasciare l’erba più alta permette di proteggere il terreno dall’azione diretta del sole e riduce quindi l’evaporazione: il terreno rimane umido più a lungo a totale beneficio dell’erba.

Si potrebbe pensare a questo punto che si può tagliare basso il prato anche a luglio purché lo si annaffi molto. A parte lo spreco di acqua, dobbiamo considerare che l’azione diretta del sole con i suoi raggi UV sul terreno tende a sterilizzare la superficie costringendo batteri e muffe e qualsiasi organismo utile (piccolo o grande, pensiamo agli stessi lombrichi) a rifugiarsi in profondità. Anche le tracce di erba tagliata possono solo seccare senza riuscire a decomporsi e vanno così a formare lo strato di feltro che limita gli scambi gassosi e riduce la permeabilità del terreno.

Quindi: meglio lasciare l’erba un po’ più alta e avere un prato più sano.

Il taglio mulching

Il taglio mulching: pro e contro

Chi possiede un prato sa bene che la regola numero uno per mantenerlo in salute e vigoroso è quella di tagliare l’erba con una certa frequenza, annaffiarlo e alimentare il terreno con del concime.

Di norma il prato si taglia ogni 10-15 giorni in questo periodo perché la sua crescita è molto veloce, specialmente se accompagnata da frequenti irrigazioni. E ogni volta dovremmo rastrellare il prato per togliere eventuali sassi o legnetti, passare la rasaerba e rastrellare di nuovo per evitare che gli sfalci, marcendo, facciano ingiallire il prato. A questo si aggiunge la necessità di smaltire gli sfalci: l’uso di una compostiera è per questo fondamentale se non vogliamo raccogliere gli sfalci in sacchi e portarli al centro di smaltimento rifiuti.

Oggi molti tosaerba consentono di effettuare due operazioni in contemporanea, attraverso l’applicazione della cosiddetta tecnica mulching, che permette di riciclare senza alcuna fatica l’erba falciata, trasformandola in pacciame per nutrire il manto erboso. Si evita in tal modo un rastrellamento finale e uno smaltimento.

Tagliare senza raccogliere

C’è chi pensa che il mulching consista sostanzialmente nel tagliare l’erba senza raccoglierla, lasciandola sul prato perché si decomponga rilasciando così al terreno le sostanze di cui è composto.

Pensare che il taglio mulching consista semplicemente nel non raccogliere gli sfalci, è decisamente sbagliato. 

Nel taglio mulching infatti l’erba tagliata è praticamente polverizzata e risulta pressoché invisibile. Per questo si decompone in fretta trasformandosi subito in prezioso concime.

Perché questo avvenga correttamente è necessario che lame e piatto di taglio siano studiate per questa funzione. Un rasaerba “normale” dunque non va bene.

Tagliata e sminuzzata

Nella funzione mulching, l’erba viene tagliata al primo passaggio della lama e spinta verso l’alto. Ma invece di essere indirizzata verso un sacco di raccolta o un’uscita (laterale o posteriore), rimane in sospensione nel piatto dove le lame continuano a tagliarla riducendola praticamente in polvere. Solo a questo punto l’erba sminuzzata cade sul terreno dove si degrada in poche ore.

L'erba tagliata rimane in sospensione entro il piatto di taglio e continua ad essere tagliata dalle lame che la polverizzano prima di lasciare ricadere sul terreno.

I vantaggi

La tecnica del mulching presenta senza dubbio diversi vantaggi rispetto al taglio classico dell’erba. Innanzitutto evitiamo di raccogliere gli sfalci e di cercare un modo per eliminarli, sia esso il compostaggio o il trasporto in discarica. Inoltre con il mulching restituiamo al prato quello che il prato ha consumato per crescere, gli forniamo quindi un ottimo concime naturale di rapida assimilazione. Con il mulching risparmiamo in concime, dal momento che diventa inutile distribuire fertilizzante sul prato. Esperimenti condotti sul campo hanno dimostrato che il risparmio è tangibile ed è tanto maggiore se non possiamo utilizzare gli sfalci per il compostaggio. Il tappeto erboso risulta più verde e brillante perché questo tipo di concimazione è molto più efficace di quella eseguita con fertilizzanti minerali.

Il taglio mulching inoltre riduce l’infeltrimento del prato, favorendo una migliore crescita dell’erba. Le infestanti e il muschio non trovano spazio in un prato che dispone di sostanze nutritive in abbondanza.

Gli svantaggi

Il primo svantaggio della tecnica mulching è che richiede che si effettuino tagli frequenti e regolari. Le lame infatti funzionano molto bene con piccole quantità di erba tagliata, ma rischiano di diventare inefficaci su erba troppo lunga. Idealmente si dovrebbe tagliare non più di un terzo della lunghezza dell’erba. Maggior tempo e maggiore quantità di carburante sono da mettere in preventivo se si adotta questa tecnica.

In pratica, se con il taglio normale possiamo tagliare l’erba ogni due settimane, per applicare efficacemente il mulching dobbiamo tagliare tutte le settimane.

Il mulching inoltre si applica su prati coltivati, mentre su prati rustici può non dare gli effetti sperati. Le lame devono essere sempre ben affilate per permettere alla macchina di tritare convenientemente l’erba tagliata.  

L’utilità dei robot tagliaerba

I robot adottano tutti un sistema di taglio mulching per evitare di raccogliere l’erba tagliata. L’utilizzo di un robot è particolarmente indicata per questo tipo di taglio perché solleva l’utilizzatore dal dover tagliare materialmente l’erba. Il robot continua infatti a ripassare sul prato tagliando piccole quantità e garantendo un tappeto erboso sempre perfetto.

Un test durato quattro anni

Uno studio a lungo termine, condotto dall’Università di Wien-Essling, su incarico della Viking, ha fornito la dimostrazione della validità del taglio mulching.

Per più di quattro anni una superficie a prato di 1.000 mq è stata tagliata con un tosaerba standard e gli sfalci sono stati smaltiti in modo tradizionale; la concimazione è stata eseguita con un fertilizzante minerale. Parallelamente, una superficie delle stesse dimensioni è stata coltivata utilizzando un tosaerba per mulching, lasciando sempre sul posto il materiale di taglio.

Risultato:

◗ con 21 tagli mulching distribuiti nell’intero periodo vegetativo il tappeto erboso risulta più spesso e il colore più brillante.

◗ Il taglio mulching risulta più efficace rispetto alla concimazione tradizionale con fertilizzante minerale, eseguita per quattro volte sulla superficie di confronto.

◗ Le sostanze nutritive fornite corrispondono per quantità e relazione fra di loro esattamente al fabbisogno ottimale.

◗ La crescita di infestanti risulta considerevolmente ridotta rispetto al prato tagliato in modo convenzionale.

Come eliminare le infestanti

Come eliminare le infestanti

Un prato ben curato è un prato in cui non siano presenti erbacce, ma solo quelle che noi abbiamo seminato. Le piante infestanti purtroppo tentano di occupare lo spazio erboso di qualsiasi giardino perché in esso trovano le condizioni ideali per crescere. Il problema è che entrano in competizione con l’erba stessa sottraendo le sostanze nutritive dal terreno e moltiplicandosi con notevole velocità. Lasciate indisturbate, vanno a seme diventando sempre più invadenti e infestanti.

Va altresì detto che le infestanti si insediano dove trovano spazio: se l’erba è molto fitta, fanno fatica ad attecchire. Se l’erba è rada, prima o poi radicano e si allargano.

Il primo consiglio dunque per evitare che si installino è mantenere il prato fitto, eseguendo eventualmente nuove semine (a settembre o alla fine dell’inverno), in modo da non lasciare spazio all’erbacce.

Come eliminarle

Le infestanti hanno, diversamente dal prato normale, delle radici che si affondano nel terreno (a fittone), tanto da pescare in profondità l’acqua necessaria ed essere in tal modo più resistenti dell’erba comune.

Sradicarle è difficile perché molto ben abbarbicate al terreno, difficili da afferrare e rimuovere senza danneggiare tutto ciò che c’è intorno. Si può usare per aiutarsi, una piccola forca oppure attrezzi realizzati apposta, dotati di una pinza che penetra nel terreno, afferra la radice e la estrae dal terreno.

In ogni caso è un’operazione complicata e che richiede un certo sforzo. E che va fatta con regolarità perché queste piante si diffondono con una certa facilità.

Un ulteriore sistema per eliminare un’infestante è tagliarla con molta regolarità: continuando a tagliare la parte aerea, la radice a un certo punto muore. È uno dei vantaggi dell’impiego di un robot rasaerba: non permette la crescita delle infestanti.

A foglia larga

Bella perennis
Hydocotyle
Plantago major
Rumex
Tarassaco
Trifoglio
Veronica
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Le piante infestanti si dividono normalmente in quelle a foglia larga e a foglia stretta. Dal punto di vista botanico le prime sono dicotiledoni, hanno cioè due foglioline (cotiledoni appunto) che fungono da organo di riserva per facilitare la germinazione del seme, mentre le seconde sono monocotiledoni, hanno cioè una sola fogliolina, cosa che non impedisce loro di essere meno aggressive.

Le prime sono quelle più facilmente riconoscibili in mezzo al prato perché morfologicamente diverse dalle graminacee che normalmente compongono il prato. Si parla di trifoglio, veronica, tarassaco, piantaggini, tutte accomunate da una foglia espansa ben visibile. Sono piante che non si elevano oltre il prato normale (non è detto quindi che la rasaerba tradizionale riesca a tagliarle) e che si moltiplicano per seme in primavera e in autunno. Eliminarle fin d’ora è dunque importante per limitarne la propagazione. Possiamo usare contro di loro un diserbante selettivo, capace cioè di agire solo contro le piante a foglia larga. Va distribuito con una pompa in modo omogeneo e si deve evitare di bagnare e tagliare il prato per una settimana in modo da dare alle piante il tempo di assorbire il prodotto. I diserbanti selettivi sono totalmente innocui per il prato normale, mentre fanno seccare le infestanti “a foglia larga”.

… e a foglia stretta

Digitaria
Echinochloa crus-galli
Setaria
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Le infestanti a foglia stretta sono piante annuali che iniziano e finiscono il loro ciclo vitale tra la primavera e l’autunno. Loro unico obiettivo è moltiplicarsi. Lasciate indisturbate, queste piante sono capaci di rovinare completamente un prato in pochi mesi. Fanno parte di questo gruppo le digitarie, le setarie, le eleusine, tutte accomunate da una foglia sottile e da una enorme produzione di semi che germinano in estate.

Le infestanti a foglia stretta fanno parte per lo più della stessa famiglia delle graminacee a cui appartiene anche l’erba del prato. Questo le rende più difficili da controllare con i prodotti chimici e creano un serio pericolo per il tappeto erboso. Una caratteristica di queste piante è la capacità dei loro semi di resistere anche per anni indisturbati in attesa che si verifichino le condizioni ideali per germinare.

Il loro controllo è particolarmente difficile e va affidato a prodotti diversi da quelli destinati alle infestanti a foglia larga.

Fino a qualche anno fa si faceva uso di diserbanti antigerminello.

Questo tipo di diserbante interviene creando sul suolo una superficie tossica che impedisce alla pianta di emergere.

Questo tipo di diserbanti sono estremamente tossici per l’uomo e per gli animali domestici, oltre che per l’ambiente, e inoltre non sono in grado di distinguere tra una pianta buona e una cattiva. Il loro impiego dovrebbe essere bandito.

La soluzione migliore per evitare il diffondersi di queste piante è intensificare il taglio del prato in modo da evitare che queste piante vadano a seme. Purtroppo, quando andiamo in vacanza e abbandoniamo il prato alla sua naturale crescita, è proprio il momento che queste piante maturano e diffondono i loro semi.

Non ci resta allora che ricorrere a diserbanti ad esse dedicati.

Prodotti utili

Contro le infestanti a foglia larga

  • Cifo Diserbante specifico U46 Giarden
  • Compo Turfene Plus
  • Protect Garden Dicotex RTU (pronto all’uso)
  • Vithal Turfene Plus
  • Zapi Diserbante prato e arbusti

Contro le infestanti a foglia stretta

  • Compo Graminicida
  • Protect Garden Greenex NF
  • Vithal Most Micro
  • Zapi Diserbante Graminacee post-emergenza

Prato in rotolo

Il prato in rotolo

Se vogliamo realizzare un prato completamente nuovo, uniforme e privo di erbacce, niente di meglio che stendere un prato in rotolo. Bastano poche ore di lavoro per avere un vero tappeto erboso che cambia radicalmente l’aspetto del giardino.

Il prato in rotolo è un vero prato che viene seminato e prodotto esattamente come faremmo noi, ma viene curato perché sia esteticamente perfetto. Quando l’erba è sufficientemente robusta (sono di solito necessari 18 mesi), una speciale macchina solleva lo strato superficiale del terreno, spesso alcuni centimetri, e lo arrotola, pronto per essere disteso sulla superficie desiderata. 

È un’idea relativamete recente che permette di avere tutto e subito; basta una stagione perché il nuovo prato attecchisca, affondando le radici nel terreno e diventando un tutt’uno con esso. 

Le percentuali di riuscita sono altissime perché l’erba posata in rotolo è già dotata delle radici e di quel tanto di terra sufficiente a garantirne la sopravivenza e non rimane che attendere perché l’apparato radicale si rinforzi e si aggrappi al terreno.

La preparazione del fondo

Va da sé che il nuovo prato non può essere steso su quello vecchio. La preparazione del fondo, come in caso di semina diretta, è fondamentale. La lavorazione del terreno è quindi di rigore; il vantaggio di questa tecnica è avere un prato finito in tutto e per tutto e già bello da vedere senza attendere la germinazione, senza preoccuparsi degli uccelli che mangiano i semi, dell’eccessiva insolazione, di una pioggia copiosa o di una scarsa uniformità nella crescita. Potremo inoltre farlo in qualsiasi momento dell’anno (evitando le settimane più calde e quelle più fredde) senza preoccuparci di rispettare i tempip ideali per la semina dal momento che il prato che stendiamo è già adulto.

Il fondo ideale prevede almeno due centimetri di sabbia su cui viene posto uno strato di terriccio per prato. Si può ottenere un buon risultato lavorando il terreno del nostro giardino con una zappatrice a motore (si può affittare), ripulendo il terreno da sassi e vecchie radici e mescolandolo con abbondante sabbia (10-15%). La sabbia si rende necessaria per alleggerire il terreno e facilitare il drenaggio, condizione fondamentale per una crescita sana di qualsiasi essenza da prato. Una volta ben livellato, il terreno è pronto per accogliere il rotolo di prato, scelto tra diverse tipologie: abbiamo prato da gioco, calpestabile, da ombra o da sole.

La posa

Una volta ben livellato il terreno, la posa si effettua in poche ore. Basta srotolare il prato e tagliarlo con un taglierino lungo i bordi o intorno alle piante. Il lavoro è elementare: basta accostare bene i vari rotoli, iniziando dalle aree più grandi per poi passare, alla fine, ai punti che vanno rifilati, sagomati o tagliati. È come posare una moquette. Una volta terminata a posa, è bene passare con un rullo da prato (si può noleggiare anch’esso) in modo da premere le strisce contro il terreno, e annaffiare copiosamente.

Attenderemo almeno un mese prima di effettuare il taglio: per questo si raccomandano lame ben affilate per evitare qualsiasi possibile danno.

Prato_taglio

Il taglio lo fa bello

Con l’arrivo della primavera il prato ricomincia a vegetare e cresce a notevole velocità. Per le erbe che lo compongono si tratta di ricostituire la parte aerea e attivare la fotosintesi, processo fondamentale per qualsiasi vegetale. Al nostro piacere di vederlo di un colore brillante si associa la necessità di ricominciare a tagliarlo in modo da trasformarlo in un “tappeto erboso”, bello da vedere e piacevole al tatto. Il primo taglio è generalmente un piacere, un modo per sancire l’inizio della primavera e dei lavori che il giardino comporta.

Poi diventa solo un obbligo che ci si contende in famiglia; come portare fuori la pattumiera…

Le prime fasi di crescita del prato sono fondamentali: in queste settimane non sono solo le erbe buone a crescere, ma anche le infestanti. Lo fanno a scapito dell’erba, rubando sostanze nutritive ed acqua. È importante perciò che i primi tagli siano accompagnati, oltre alle operazioni già descritte di arieggiatura e rastrellamento, all’estirpazione sistematica di tutte le piante infestanti.

Possiamo, è vero, affidarci a un diserbante selettivo, ma dobbiamo pensare a questi prodotti più come cura di mantenimento che non di prevenzione. Più infestanti riusciamo ad eliminare e meglio cresce l’erba; e meglio cresce l’erba e più difficile diventa lo sviluppo delle infestanti.

Cosa fare prima

Rastrellare con forza il prato (anche se l’abbiamo arieggiato nelle scorse settimane, dobbiamo comunque passare il rastrello per togliere foglie, erba secca, detriti.

Verificare l’assenza di sassi che potrebbero rovinare e lame della rasaerba

Circoscrivere eventuali piante presenti nel prato (se ci sono delle bulbose, tagliamo con le forbici intorno per evitare di tagliarne le foglie finché non siano seccate naturalmente.

Verificare l’affilatura delle lame. Possiamo affilarle da noi con una lima toda se sono in buono stato, oppure farcele affilare o sostituirle.

Avviare la rasaerba mettendola sopra un cartone: se dovesse perdere benzina o olio eviteremo di rovinare il prato.

Cosa fare dopo

Rimuovere tutta l’erba tagliata: possiamoattendere che si asciughi per rendere più leggero il lavoro, ma è bene rastrellarla in giornata.

Annaffiare abbondanteente per facilitare la ripresa vegetativa del prato.

Prato_marzo

Un prato bello in quattro mosse

Possiamo dire che l’inverno è alle spalle, le piante iniziano a vegetare e qualcuna anche a fiorire. Il prato non è da meno e, se lo osserviamo bene, avremo certamente notato come il suo colore sia più brillante e abbia ricominciato a crescere.

Per dargli una marcia in più, dopo mesi che non lo tocchiamo, dobbiamo mettere mano agli attrezzi e fare quattro semplici cose, indispensabili anche per la sua salute.

1 – Un’accurata pulizia

Iniziamo col pulire bene la superficie da foglie, legnetti, radici o ogni genere di sporcizia che si è accumulata. Una prima rastrellata ci permetterà anche di mettere in evidenza tutti i possibili problemi: aree spoglie, zone ingiallite o infeltrite, infestanti. In questa iniziale pulizia ci capiterà anche di trovare dei sassi che sarà bene raccogliere e tenere da parte: ci serviranno come fondo delle buche di nuovi impianti per facilitare il drenaggio. 

Arieggiatori combisystem Gardena (www.gardena.com)

2 – Eliminiamo il feltro

Residui di erba tagliata e sporcizia formano uno strato impermeabile sulla superficie del terreno impedendo la corretta areazione del suolo e delle radici. Eliminarlo all’inizio della stagione significa dare una concreta marcia in più all’erba. Si utilizza per questo uno speciale rastrello dotato di lame che tagliano il feltro e il terreno per qualche millimetro permettendone l’asportazione.

Esistono diversi modelli di arieggiatori, manuali, ma anche elettrici, destinati, questi ultimi per le superfici più grandi.

È un lavoro faticoso, ma efficace. La rimozione del feltro permette un migliore assorbimento dell’acqua, ma anche del concime.

Possiamo gettare quanto raccolto nella compostiera, se l’abbiamo: si trasformerà presto in ottimo terriccio fertile.

3 – Eliminiamo le infestanti

Le infestanti sono le prime a crescere e sono perciò ben visibili. Estirpiamole con la radice, magari aiutandoci con una piccola forca, in modo da evitarne la ricrescita. Le radici di queste piante sono generalmente a fittone, profonde e ben abbarbicate alla terra. Possiamo anche utilizzare degli attrezzi fatti apposta per eradicarle. Se non riusciamo a toglierle con tutta la radice, tagliamole alla base, più vicino possibile al terreno; rispunterà, ma se la tagliamo subito ogni volta che spunta, la radice sarà destinata a morire per mancanza di fotosintesi.

4 – Concimiamo

Scegliamo un concime dedicato e distribuiamolo con l’apposita macchina (la stessa con cui possiamo anche seminare). Se desideriamo distribuirlo a spaglio, proseguiamo per file parallele prima in un senso e poi in modo perpendicolare al primo passaggio. In questo modo assicuriamo la massima uniformità possibile. Scegliamo il concime più idoneo, tra quello normale, quello antimuschio e quello con diserbante selettivo (contro le erbacce). Ripeteremo l’operazione ogni tre mesi.

Tappezzanti

Un "prato" che non si taglia

Un prato curato è un bellissimo biglietto da visita per la casa, ma comporta cure costanti per le quali non abbiamo sempre tempo e voglia. Una valida alternativa può essere rappresentata da alcune piante il cui portamento striscante permette di coprire rapidamente vaste aree di un bel verde brillante (e magari qualche fiore), ma che non comportano da parte nostra alcun taglio e, di conseguenza nessuna raccolta, nessun rastrellamento, nessuna cura contro malattie o parassiti. Perfette come soluzione nelle seconde case, quelle dove ci piacerebbe vedere il giardino in ordine, ma, per la nostra scarsa presenza, sono un po’ abbandonate a loro stesse.

Queste piante, definite tappezzanti, sono perfette anche per tutte quelle aree che, a causa della pendenza, della presenza di rocce o di alberi, risultano difficili  da colonizzare con l’erba tradizionale.

Aggiungiamo che si possono impiegare anche per coprire alcune parti del giardino che risultano, per l’esposizione o la presenza di altre piante, “difficili” da ricoprire. Ma anche per soli fini estetici: possiamo infatti disegnare delle zone coperte da tappezzanti che con il loro colore facciano da contrasto con l’erba vera e propria.

Al posto di un prato

Oggi sono molto spesso impiegate nei residence e negli spazi verdi dei grandi alberghi, proprio in virtù della facilità di gestione. Usate al posto di un comune prato, garantiscono un eccellente impatto e un’indubbia sensazione di frescura nei periodi più caldi dell’anno. Possono anche essere impiegate in una gran varietà di situazioni: come base delle aiuole, come elemento decorativo per circoscrivere determinate zone o camminamenti, per riempire di verde i cassoni delle terrazze. La maggior parte delle piante tappezzanti ha carattere persistente, mentre alcune sono caduche, spogliandosi in inverno.

Il terreno giusto

Il terreno ideale è quello a cui destineremmo delle qualsiasi altre piante. Deve essere perciò leggero, ben drenato, adeguatamente preparato in anticipo e concimato. Provvediamo a togliere tracce di erba e di piante infestanti, ripulendolo delle radici che possono entrare in competizione limitandone lo sviluppo. In questo mese possiamo preparare il terreno e poi attendere un paio di settimana perché eventuali radici o semi presenti nel terreno possano germinare. A questo punto sarà più facile estirparli, creando i presupposti ideali per l’attecchimento delle nuove piante.

Quante piante servono

Alcune di queste piante si possono seminare, altre si acquistano e si mettono a dimora come qualsiasi altra, cercando di rispettarne il pane di terra. Il bello è che, dato il loro modo di crescere, estenderanno la loro presenza naturalmente coprendo vaste aree con la loro presenza. Ci basterà dunque piantarne poche e curarle quel tanto che basta perché si insedino e facciano quello per cui le abbiamo piantate. 

Aubrieza deltoidea

Specie rustica dalle foglie persistenti leggermente pelose e dalla crescita lenta. All’inizio della primavera si ricopre di fiorellini i cui colori vanno dal porpora al rosa lilla. Ideale per i giardini rocciosi, ama il sole e non supera i 10 cm di altezza. ⇒ di più

Cotula squalida

Pianta perenne sempreverde dalle foglie finemente frastagliate, di colore verde tendenti al marrone verdastro. I fiori sono insignificanti, ma la pianta, alta 5 cm, si estende per circa 40 cm. Cresce bene sia in pieno sole sia a mezz’ombra. Disponibile anche in varietà con fogliame bruno-bronzeo. ⇒ di più

Dichondra repens

Pianta tappezzante impiegata per formare un fitto manto verde sui terreni, sia al sole sia in ombra. È possibile seminarla a primavera oppure piantarla in zolle pregerminate. Non supera i 3 cm di altezza e produce piccoli fiori bianco-gialli. Molto rustica, cresce velocemente e non teme il freddo (ma le gelate prolungate sì).  ⇒ di più

Dryas octopetala

Pianta tappezzante ricercata per il suo fogliame persistente; ha foglie di forma ovale, lucide, zigrinate in modo regolare. È alta 8-10 cm e si estende per circa 60 cm creando una fitta copertura del terreno; i suoi fiori bianchi sbocciano a giugno-luglio. È presente nell’arco alpino e parte degli Appennini; è assente al Sud. ⇒ di più

Hedera helix

Piantata in terra è in grado di ricoprire in poche stagioni vaste aree, indipendentemente dalla presenza di terra e dall’inclinazione. Esistono diverse varietà, diverse per la dimensione delle foglie e il colore (anche variegato). ⇒ di più

Lysimachia

pianta robusta con foglie larghe di forma ovale e fiori gialli che spuntano da marzo a maggio. Pur non superando 15 cm di altezza, si estende per 40-50 cm. ⇒ di più

Raoulia australis

Ideale per coprire giardini sassosi e muretti a secco, qesta pianta molto tappezzante forma un cuscino argentato composto da foglie ovali molto ravvicinate. Tra luglio e agosto compaiono anche numerosi fiori gialli. È alta circa un centimetro, ma si estende per oltre 30 cm. ⇒ di più

Silene acaulis

Questa pianta originaria delle montagne produce piccole foglie strette, lineari che formano un tappeto di vegetazione di colore verde uniforme alto non più di 5 centimetri. A maggio-giugno si riempe di numerosi fiori di colore rosa acceso. Ogni pianta si estende per circa 50 cm. ⇒ di più

Il prato e la neve

Il prato e la neve

Il nostro prato è fatto di piante sempreverdi che in inverno entrano in riposo vegetativo, riducendo al minimo il loro sviluppo, senza interromperlo del tutto. Sono piante robustissime capaci di resistere alle basse temperature senza alcuna protezione e a cui necessita solo acqua e luce per sopravvivere.

In inverno il nostro prato non ha particolari nemici, se non quelli legati all’eccesso di umidità o alla mancanza di luce. I primi sono determinati da fenomeni di ristagno, particolarmente facili in una stagione in cui l’evaporazione quasi non esiste. Un punto del prato dove il terreno appare mal drenato può in questa stagione provocare una situazione di sofferenza per l’erba; mancando l’evaporazione, l’acqua si accumula nel terreno soffocando le radici. Se una zona del prato perciò ingiallisce o, peggio ancora, si formano delle pozzanghere, dobbiamo intervenire creando un canale di scolo per facilitare il deflusso dell’acqua o distribuendo della terra mista a sabbia in modo da creare una minima pendenza atta ad evitare il ristagno.

La neve, sciogliendosi, cede lentamente acqua al terreno idratandolo in profondità.

Conviene farlo fin d’ora in modo da avere davanti alcuni mesi per il perfetto assestamento del terreno e trovarsi dunque a primavera nelle condizioni ideali per una nuova semina. Negli angoli a nord del giardino o in quelli comunque particolarmente umidi conviene invece gettare sulla superficie della sabbia; basterà distribuirla a mano nel modo più uniforme possibile in modo da formare uno strato di circa mezzo centimetro. Le  piogge provvederanno a trascinare la sabbia nel terreno alleggerendolo e facilitando il drenaggio: ridurremo in tal modo il muschio e il pericolo di ingiallimenti durante la bella stagione.

Alla mancanza di luce invece può contribuire la caduta di un elevato livello di neve. Finché la neve è normale, non c’è motivo di preoccuparsi. La neve lascia passare la luce e anche l’aria; sciogliendosi inoltre manterrà umido il terreno a lungo facilitando l’allungamento delle radici verso il basso. Per questo è consigliabile però non calpestare la neve sul prato; la compatteremmo, riducendone la velocità di scioglimento, impedendo all’aria di passare e riducendo anche la luminosità al suolo.

Se puliamo i vialetti di transito, evitiamo di accumulare la neve sul prato o condanneremmo l’erba a ingiallire e nel casi peggiori a morire. Lasciamo che la neve faccia il suo corso naturale sciogliendosi lentamente; se in alcuni punti del prato (a causa della posizione o di una costante ombra) la neve tende a non sciogliersi, possiamo solo rastrellarla in modo da distribuirla e facilitarne l’eliminazione.

Uno dei pericoli legati alla neve è la cosiddetta muffa della neve, una particolare malattia fungina il cui sintomo è costituito da macchie giallastre di 8-10 cm di diametro che, se trascurate, tendono ad espandersi. Questa malattia fungina compare però su un prato che presenta già dei problemi di drenaggio e scarsa aerazione. Un prato normalmente curato e concimato difficilmente si ammala a causa della neve.

Cura di bellezza per il prato

Cura di bellezza per il prato

Alla fine dell’estate, messe alle spalle le settimane più calde, l’erba torna a crescere; ce ne accorgiamo dal colore verde vivo, brillante, tipico delle microterme che, nonostante le annaffiature, avevano rallentato se non addirittura interrotto la crescita nei due mesi passati. Lo annaffiamo -durante l’ultimo mese ha piovuto veramente poco- e subito pare rispondere con una crescita più vistosa. Ma non basta: ci sono degli interventi che è bene fare in questo periodo se vogliamo che il prato si mantenga bello e superi senza danni l’inverno. Un taglio accurato, la concimazione, un buon arieggiamento del terreno sono fondamentali per ridare splendore e forza al prato.

Anche eventuali buchi, creati durante l’estate o prodotti a causa del rovesciamento di qualche liquido, l’esuberanza del nostro cane o il gioco dei bambini, appaiono in questo periodo ben visibili: è il periodo ideale per porvi rimedio. Nelle prossime settimane infatti può bastare una trasemina per restituirci l’erba folta che desideriamo.

La scarsità di precipitazioni ha sicuramente avvantaggiato le infestanti che hanno trovato facile gioco nel prevaricare l’erba buona. 

Ci conviene perdere qualche ora per rimettere a nuovo il nostro prato mettendolo nelle condizioni migliori per superare l’inverno e ripartire con ancora più vigore il prossimo anno.

  1. Una pulizia energica
  2. Un taglio preliminare molto alto
  3. Eliminiamo le erbacce
  4. Tagliamo all’altezza giusta
  5. Rastrelliamo ancora
  6. Careggiamo il terreno
  7. Distribuiamo il concime
  8. Annaffiamo
  9. Seminiamo

1 – Una pulizia energica

La prima cosa da fare è sicuramente una pulizia accurata. Va fatta utilizzando il rastrello a denti rigidi, pulendo con energia tutta la superficie per eliminare rametti e sporcizia portata dal vento. 

Non dobbiamo avere timore di rovinare l’erba esistente: il rastrello deve grattare il terreno per rompere il feltro, ovvero quello strato che si forma sulla superficie e riduce sia la possibilità di ossigenazione sia la penetrazione dell’acqua. Sarebbe un errore passare il rasaerba senza aver fatto prima un’adeguata pulizia: rischieremmo di rovinare le lame inutilmente.

2 – Un taglio preliminare molto alto

La seconda operazione è un taglio di aggiustamento, molto alto, che possiamo fare anche a mano. Consiste nel tagliare erbacce invadenti e cespugliotti che sono cresciuti a dismisura e che le lame del rasaerba potrebbero avere difficoltà a recidere.

Eliminiamo con questa operazione tutto quanto cresce sopra il livello normale dell’erba buona. Questo ci permette di individuare anche le erbacce su cui iintervenire pria del taglio vero e proprio.

3 – Eliminiamo le erbacce

In questo periodo sono particolarmente grandi e visibili. Cerchiamo di estirparle con tutta la radice, aiutandoci con una paletta o usando un coltello con cui tagliare la radice sotto il vello del terreno.

Non è un’operazione facile, ma necessaria perché le infestanti sottraggono acqua e nutrimento all’erba buona e la loro eliminazione è fondamentale se vogliamo avere un prato dall’aspetto curato.

In questa fase l’uso di un diserbante selettivo (per piante a foglia larga) è sconsgliato perché non ci sono le condizioni ideali perché questi prodotti possano agire.

Dove riusciamo a togliere un’erbaccia, rimarrà un buco visibile, lo spazio occupato dall’infestante a scapito del prato. Non preoccupiamocene: ci basteranno pochi semi per ridare all’erba la densità desiderata.

4 – Tagliamo all’altezza giusta

Possiamo ora passare il tagliaerba: regoliamolo su un’altezza tale da tagliare non più del 50% dell’altezza totale dell’erba. È importante infatti lasciare alle piante la possibilità di svolgere l’attività di fotosintesi perché si riprenda in fretta.

Quando l’erba è alta non è mai corretto tagliarla tutta in una volta: bisogna sempre procedere per gradi, lasciando eventualmente qualche giorno tra un taglio e l’altro fino a raggiungere l’altezza desiderata.

In questo periodo un’altezza intorno ai 5 cm va bene.

5 – Rastrelliamo ancora

Dopo il taglio, rastrelliamo con cura per togliere ogni traccia di sfalci. Non lasciamoli sul terreno se non per lo stretto tempo necessario perché si asciughino al sole. Gli sfalci tagliati tolgono luce all’erba, limitano l’assorbimento di acqua, se lasciati sul terreno a marcire rischiano di produrre marciumi all’erba sottostante. Usiamo ancora il rastrello a denti rigidi, cercando di raschiare, come prima, il terreno. 

6 – Arieggiamo il terreno

Per eliminare qualsiasi traccia di feltro dobbiamo usare l’arieggiatore. Ne esistono di manuali e di elettrici. Le lame di questo attrezzo tagliano il feltro presente sulla superficie e facilitano l’ossigenazione del terreno con enorme vantaggio per le radici.

È come una pulizia profonda: le radici respirano, il terreno diventa più ricettivo e accoglie facilmente acqua e concime. L’erba cresce più forte e più sana.

7 – Distribuiamo il concime

La superficie ora è nelle condizioni migliori pr accogliere il concime, libero di penetrare fino a livello delle radici. Possiamo distribuirlo a mano, a spaglio, oppure usando un distributore meccanico. La regola vuola che si proceda per file parallele prima in un senso e poi, nuovamente, perpendicolarmente ai primi passaggi. In questo modo si ottiene la maggiore uniformità di distribuzione.

Distribuirlo a mano non è facile come sembra: ottenere un’uniformità di distribuzione richiede una certa manualità. Possiamo affidarci a dei distributori meccanici: ne esistono da tenere in mano oppure da spingere sul terreno. Il loro costo è in ogni caso modesto e possono servire sia per concimare che per seminare. Vale la pena prenderli in considerazione dunque.

8 – Ora annaffiamo

Dopo tutte quest operazioni possiamo annaffiare il prato: ci basterà fornire un paio di litri a metro quadrato, alla sera, per dare al terreno l’umidità utile per sciogliere il concime e farlo penetrare e dall’erba quanto basta per reagire al taglio e all’energiche rastrellate. 

Annaffiamo a pioggia evitando sempre getti violenti sul terreno. Se abbiamo un sistema diirrigazione automatico, attiviamolo manualmente in modo da fornire una quantità d’acqua leggermente inferiore al necessario. Pootremo ripetere l’operazione tra qualche giorno se nel frattempo non piove.

9 – Se vogliamo seminare

Dopo tutti trattamenti descritti possiamo anche gettare un po’ di semi per rinfoltire il prato o occupare eventuali buchi.

Distribuiamo i semi sul terreno già umido procedendo come già descritto per la concimazione, a file incrociate. 

Per proteggere i semi dagli uccelli che se ne possono cibare, soprattutto in quei punti dove dobbiamo coprire degli spazi vuoti, copriamoli con del tessuto non tessuto tenuto fermo con dei sassi. Saranno sufficienti dieci giorni perché i semi, germinati, non siano più appetibili. Se abbiamo la fortuna di avere un gatto o un cane in giardino, il problea non si pone: gli uccellini non si avvicineranno.