14 aprile
Torniamo nell’orto di Piero perché inizia a  trapiantare le melanzane e noi siamo curiosi di sapere come fa esattamente.
Si prepara riempiendo per metà un secchiello con del letame pellettato; quindi prende anche delle buste di plastica di quelle che servono per raccogliere i fogli, dei bastoncini, degli archetti di ferro e, naturalmente delle piantine di melanzana. Le ha acquistate in vivaio e conservate per qualche giorno in ombra perché si acclimatassero prima del trapianto.
La prima fase consiste nello scavare una buchetta; Piero usa una piccola cazzuola da muratore perché… perché è comodo così.
Ha già messo. il giorno prima, dei solidi tutori costituiti da un tondino di ferro lungo circa due metri e infisso bene nel terreno a distanza regolare, in file sfalsate.
Mette in ogni buca una manciata di letame pellettato, mescola bene e richiude la buca.
Quindi, sempre con la stessa cazzuola, crea nello stesso punto una buchetta più piccola e vi pone la piantina con il suo pane di terra. Chiude, preme bene tanto da formare una piccola conca intorno al fusto e annaffia generosamente.
E qui entrano in gioco le buste di plastica. La busta viene infilata nel tutore e poi, una volta a terra, viene aperta in modo da contenere l’intera piantina. Un archetto di ferro fa sì che la busta rimanga ben aperta e la pianta al suo interno possa crescere bene. Perché? Per proteggere la piantina dall’incidenza diretta del sole e dal possibile vento. La protezione cosiffatta rimane finché la piantina cresce quel tanto da emergere dalla busta.