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La fertilità del terreno

Cosa determina la fertilità di un terreno? Sappiano che la terra è composta da materia organica e materia inerte di tipo minerale. 

Un buon terreno per essere considerato fertile, cioè ideale per la coltivazione di qualsiasi pianta, deve poter contenere sia materia vegetale, sia minerali di pronta ssimilazione.

La materia organica gioca un ruolo fondamentale. Questa è presente sotto forma di torba oppure di materia vegetale comune, come foglie, radici, legno in decomposizione. A differenza di limo, sabbia e argilla, la materia organica è materia viva in continua trasformazione che mette a disposizione delle radici gli stessi elementi nutritivi che le piante hanno assorbito per crescere. Quando le foglie cadono a terra e marciscono, restituiscono alla terra quanto la pianta ha assorbito per produrle.

La materia vegetale ha anche un’altra proprietà importante: trattiene l’acqua come una spugna e la rilascia quando necessario. La sua presenza è perciò fondamentale per assicurare la corretta umidità alle radici e per compensare eventuali periodi di siccità. 

La materia vegetale svolge anche un altro importante ruolo nel dare o modificare la struttura del terreno.

Un terreno povero, polveroso o argilloso e perciò compatto, impermeabile, può essere ri-strutturato con l’apporto di materia vegetale che arricchisce il terreno povero di prezionisi nutrienti e materia in grado di trattenere acqua, e alleggerisce il terreno argilloso fornendo l’ossigenazione necessaria e calmierandone la compattezza.

In giardino, nell’orto e nel vaso

In natura la fertilità del terreno è garantita da quel meraviglioso processo naturale grazie al quale le piante morte, le foglie, i rami contribuiscono a restituire alla terra più di quanto sia stato sottratto. Un bosco, si sa, non ha bisogno di essere concimato.

In giardino il prato, le aiuole, gli arbusti potrebbero godere di questo meccanismo naturale se la superficie fosse abbastanza estesa da consentire un corretto apporto e rimescolamento della materia vegetale. Un piccolo giardino, ben confinato da siepi, muretti, recinzioni, può vivere solo di quanto da esso stesso prodotto; cosa che già di per sé pone dei limiti essendoci un ridotto apporto di minerali dall’esterno. Inoltre la nostra abitudine è di raccogliere e buttare le foglie secche, non permettendone il naturale sfruttamento da parte del terreno.

Questo comporta che, se desideriamo che il terreno conservi la sua completa dotazione di elementi nutritivi utili, dobbiamo fornirli da noi al momento opportuno.

Questo vale anche di più nell’orto, dove la coltivazione finalizzata alla produzione, ha come conseguenza il naturale depauperamento di alcune sostanze che le specie coltivate per loro natura assorbono. In più, quanto prodotto nell’orto viene consumato; non c’è alcuna possibilità di mantenere l’originale fertilità del terreno in questo modo. Siamo dunque costretti ad apportare materia organica attraverso la concimazione per ripristinare la dotazione di nutrienti.

In vaso le dimensioni del contenitore non permettono il naturale ripristino della fertilità e le continue annaffiature non fanno altro che dilavare il terreno trascinando verso il fondo i minerali. La terra dei vasi si impoverisce dunque molto rapidamente e diviene necessario ripristinarli attraverso regolari apporti di fertilizzante.

Una concimazione bio

 Il compostaggio non fa altro che fare in piccolo quanto viene fatto normalmente dal terreno: il suo prodotto, il compost, è materia vegetale che, mescolata al terreno, lo rende fertile e ricco.

Per questo chi ha un giardino o un orto non dovrebbe esimersi dall’avere una compostiera che è il sistema più pratico per trasformare ogni rifiuto verde proveniente dal giardino e dall’orto in concime di primissima qualità.

Il compostagio non è l’unica strada che possiamo perseguire per arricchire il terreno di sostanze nutritive senza far uso di prodotti chimici. L’interramento delle piante quando hanno terminato il loro ciclo vegetativo è un buon sistema. La rotazione delle colture  è un sistema che dovrebbe essere sempre seguito e che mira proprio al mantenimento della fertillità.

L’utilizzo del trinciato distribuito sull’intera superficie è una pratica poco diffusa, ma fondamentale per ristrutturare il terreno, alleggerirlo e renderlo naturalmente fertile.

E poi ci sono i concimi naturali, quelli organici, dal letame alla pollina, dal sange secco alla cornunghia che possono essere usati in tutta sicurezza.

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