Quante piante per un'aria migliore
Si dice, giustamente, che le piante ci forniscono l’ossigeno con cui respirare. Ma si tralascia di dire quanto ossigeno producono e dunque quante piante sono necessarie pro capite, per assicurarci l’ossigeno. Se provassimo a pensare a una risposta a livello planetario, il calcolo apparirebbe decisamente complicato. Vuoi perché la maggior parte dell’ossigeno proviene dall’attività svolta dalle piante acquatiche, vuoi perché si dovrebbe poter considerare la diffusione dell’ossigeno prodotto sull’intera atmosfera terrestre, considerando quindi anche le aree disabitate (che sono la maggior parte).
È però possibile fare una corretta verifica su un volume più limitato, come quello di
un’appartamento o di un palazzo.
È quanto ha fatto Kamal Meattle, un attivista ambientale indiano e CEO del Paharpur Business Center e Software Technology Incubator Park con sede a Nuova Delhi, in India.
Quante piante, quali piante?
Poniamo di chiuderci in un appartamento perfettamente sigillato, tale per cui non vi sia scambio di aria con l’esterno. Posto che per respirare consumiamo ossigeno -quando inspiriamo l’aria ne contiene il 21%, quando espiriamo l’aria ne contiene solo il 16%- va da sé che dopo qualche ora la percentuale di ossigeno decresce fino ad essere insufficiente.
Posto che le piante trasformano l’anidride carbonica (CO2) in ossigeno, o meglio, scindono l’anidride carbonica trattenendo il carbonio e rilasciando ossigeno (CO2 – fotosintesi – C+O2), quante piante sono necessarie in quell’ambiente per mantenerci in vita?
Gli esperimenti condotti da Meattle hanno dimostrato che basta avere in casa tre semplici piante verdi, comunissime e di basso costo, per rigenerare tutta l’aria che ci serve in un ambiente chiuso e restare in perfetta salute.
La ricerca individua anche le tre piante: si tratta della palma Areca, della
Sansevieria e del Pothos (Epipremnum).
La prima, la palma Areca, è fondamentale per la sua elevata attività di fotosintesi, quindi nella sua capacità di convertire l’anidride carbonica in ossigeno: ne servono quattro a testa, più o meno alte quanto noi.
La Sansevieria è la pianta che dovremmo tenere in camera da letto, perché converte la CO2 in ossigeno durante la notte: servono 6-8 piante a testa, alte non più di un metro.
Il Pothos, la cui velocità di crescita e capacità di mettere radici è nota a tutti, ha invece la capacità di ripulire l’aria dalla formaldeide e dalle molte sostanze chimiche volatili presenti nell’aria dei nostri appartamenti. Sono sostanze che derivano dai collanti usati nella fabbricazione dei mobili, dai detersivi, dalle vernici e persino da alcune confezioni alimentari.
Con queste tre piante si potrebbe vivere indisturbati in una casa sigillata senza aver bisogno di prelevare aria dall’esterno e restando in perfetta salute.
Si vive meglio
La ricerca di Kamal Meattle non si è limitata a constatare i risultati all’interno di un appartamento, ma si è spinta a una verifica all’interno di un vecchio palazzo di Delhi, di circa 4.600 mq abitato da circa 300 persone. Sono state installate 1.200 di queste piante e si è controllata la salute delle persone all’interno delle abitazioni. È emerso che la quantità di ossigeno nel sangue delle persone che soggiornavano per almeno dieci ore al giorno negli appartamenti di questo palazzo aumentava del 1%.
Oltre ad un’aria più salubre rispetto a qualsiasi altro palazzo di Nuova Dehli, si è constatata anche la decisa riduzione di fenomeni di irritazione agli occhi (-52%), problemi respiratori (-34%), cefalee (-24%), asma (-9%).
Inoltre, la migliore ossigenazione porta anche a un sensibile aumento della produttività del’individuo, grazie a una maggiore capacità di concentrazione e uno stato di salute genericamente migliore e un umore più positivo.
D’altronde lo abbiamo sempre saputo: quando facciamo una passeggiata in montagna ci sentiamo generalmente meglio e più attivi.
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